
L’Amante
2022
80x60cm
foto d’autore su plexiglass postprodotta e lavorata con acrilico e tecnica mista
“Si stringono, si guardano, credono di morire.
E accada quel che accada
si inseguono, si sfuggono, vogliono continuare.
Poi, non ci sono più.“.
(Fiorella Mannoia)
Le opere nascono da un progetto/mostra intitolato “Il Gioco degli Archetipi, Act One”.
Gli archetipi sono modelli universali di comportamento, derivanti dall’esperienza umana in tutti i tempi della storia, in connessione con l’inconscio collettivo, ovvero la tendenza a percepire la realtà in forme o simboli comuni, questo spiega perché ci sono analogie strutturali tra culture diverse.
L’inconscio collettivo, secondo Carl Jung, rappresenta un contenitore psichico universale, dove all’interno troviamo le figure ancestrali dei 12 archetipi.
L’Innocente, La Maga e L’Amante sono tre opere nonché i tre archetipi ai quali Luisa Valeriani ha fatto omaggio rielaborandole secondo la sua visione; tutte e 3 sono sviluppate con un concetto comune: sono foto scattate vicino uno specchio d’acqua dove il riflesse del proprio “sé” rappresenta l’archetipo che entra in contatto con il proprio “io”.
Ne L’Amante, l’amore, diventa la forza di attrazione che porta verso una persona, un lavoro, una passione, che “impegna” lo spirito dell’uomo in modo così profondo da permeare l’esperienza terrena.
Nell’opera è rappresentata la passione verso il proprio amante, che continuamente sfida quei legami invisibili chiamati “i fili rossi del destino”.
La leggenda orientale afferma che ogni persona, fin dalla nascita, porta un invisibile filo rosso legato al mignolo della propria mano sinistra che lo lega alla sua anima gemella; l’amante si insinua tra un filo e l’altro per incontrare la sua amata.
Nell’opera, una piccola modifica alla foto, però, esprime di più e incarna il concetto di ciò che si è, contrapposto a quello che si vorrebbe essere veramente: le mani dei due amanti, unite nell’archetipo, sono disgiunte nella realtà.
