
Kintsugi
2022
90x90cm
foto d’autore su plexiglass lavorata con acrilico e tecnica mista
“I bambini mostrano le cicatrici come medaglie. Gli amanti le usano come segreti da svelare. Una cicatrice è quello che succede quando la parola si fa carne.”
(Leonard Cohen)
L’opera nasce dalla convinzione che la più alta forma di rispetto sia quella globale ed inclusiva, che coinvolga la persona e tutti gli esseri viventi e lo spazio che ci ospita, che viviamo e sfruttiamo. Perché questo tipo di rispetto si realizzi, sia vero e sincero, si deve partire dall’avere rispetto per sé stessi.
Kintsugi rappresenta uno specchio in frantumi, abbandonato in un prato incolto che riflette un’immagine scomposta. I frammenti che lo compongono sono simbolo di una società fatta a pezzi dalla rabbia, l’incuria, l’indifferenza, l’egoismo, la cupidigia, l’arrivismo, la superficialità e l’ignoranza; una società sempre più frastornata dal rumore assordante che offusca ogni percezione sia nei nostri confronti che in quelli degli altri.
Solo chi riesce a liberarsi da questa visione alterata è in grado di vedere ed accettare il vero sé con difetti e debolezze, pregi e qualità, e può realmente iniziare a guardarsi con rispetto e tolleranza, per poi volgere lo sguardo al prossimo con il medesimo sentimento.
Se ciò avvenisse, per ognuno e tra ognuno di noi, le fratture inizierebbero a guarire come nell’arte del Kintsugi. Come la polvere d’oro dell’antica tecnica giapponese, esalta le nuove nervature create e non ne rappresenta più la fine ma una nuova vita, così le cicatrici, il dolore, l’esperienza di questa società, diverrebbero segni preziosi che attraverso la volontà, l’impegno e la resilienza, ricostruirebbero una società risanata, migliore.
